Ricordo che arrivai in treno a Torino la mattina di domenica 20 ottobre 1968 per presentarmi nella sede del Collegio Universitario in corso Lione n. 44 (attuale sezione San Paolo).
Appena entrato, per l’accoglienza ricevuta, ebbi da subito una bella impressione e mi venne assegnata una stanza al 5^ piano: una camera singola, ben arredata, tutta per me.
Ero felicissimo per l’accettazione della mia domanda di ammissione perché mi consentì l’iscrizione alla facoltà di Ingegneria nientemeno che al Politecnico che, già da molti anni, godeva di grande prestigio.
Il giorno dopo iniziai a frequentare i corsi del primo semestre: analisi matematica I, Geometria e Disegno.
Ero partito dalla mia città – Brindisi – distante ben 1.200 km.
Mio padre era venuto a mancare 4 anni prima e le condizioni economiche della mia famiglia (mia madre pensionata ed altri due figli più piccoli da mantenere) non erano certo tali da consentire il mio mantenimento agli studi universitari in una sede così lontana da casa.
Ma grazie al Collegio Universitario mi fu possibile realizzare questo sogno!
Venni esentato dal pagamento delle tasse di iscrizione al Poli (£. 80.000) grazie alla media del 7 dell’esame di maturità ed alla modesta misura del mio reddito familiare.
Per gli stessi motivi mi venne assegnato il presalario ( £. 360.000) esattamente pari alla retta da versare all’Amministrazione del Collegio per ricevere vitto ed alloggio.
Le giornate erano tutte uguali: al mattino a lezione, si tornava in Collegio per il pranzo, il pomeriggio a lezione quindi cena e a studiare chiuso in camera mia fino a mezzanotte circa. Nonostante il grande impegno quotidiano, per il corso di Analisi, mi risultava molto difficile comprendere appieno il significato di: limiti, derivate, equazioni differenziali ed integrali!
Non avevo mai studiato quelle funzioni.
La mia preparazione in matematica si era fermata purtroppo alla risoluzione delle equazioni di primo grado con il programma del terzo anno di Istituto Tecnico.
Partivo quindi con un grande handicap.
Lo studio quotidiano, la assidua e regolare frequenza di tutte le lezioni ed esercitazioni ahimè non bastavano.
Ebbene è stato grazie all’amicizia che avevo stretto con i miei compagni di corso, anch’essi ospiti del Collegio, che ho ricevuto l’aiuto necessario per superare questo enorme ostacolo iniziale.
Tra ospiti ci si scambiava frequentemente suggerimenti, consigli, appunti presi durante i corsi, dispense e libri che, chi aveva giĂ superato i relativi esami, con grande generositĂ offriva ai compagni che gli chiedessero aiuto.
Ho nettamente percepito che il Collegio era diventata la mia casa, la mia famiglia.
E’ stato grazie a questo valore aggiunto che ho potuto superare, entro la sessione di luglio, tutti gli esami sia del primo che del secondo anno.
Finalmente dopo aver “sbiennato” ho acquistato fiducia in me stesso e cominciato a sentire forte il desiderio di conoscere la bella città di Torino.
Nel corso del terzo anno ho concordato con un ospite del Collegio di Via Galliari (attuale sezione Valentino) lo scambio di stanza.
Pur essendo questo edificio un po’ distante dalla sede del Poli presentava diversi motivi di interesse.
Era infatti adiacente al bellissimo parco del Valentino ed al centro cittĂ e, caratteristica non meno importante, ospitava studenti che frequentavano anche le altre facoltĂ !
Nella sede di Corso Lione 44, come in quella del n. 24, che ospitavano soltanto studenti iscritti al Poli, si percepiva una certa limitazione. In ogni occasione di incontro qualsiasi discorso qualsiasi iniziativa verteva principalmente sui corsi di Ingegneria.
Non so spiegare il motivo ma, in Via Galliari, forse per la presenza di studenti di tutte le facoltà , l’atmosfera era diversa, più allegra. Si studiava ugualmente ma, quando si stava in compagnia, ci si divertiva di più.
Si passavano ore a discutere di musica, film, filosofia e tanto altro.
L’atmosfera è ben rappresentata nella foto che è stata inserita nel sito “associazione alumni” e nelle foto d’epoca: (immagine n. 1). Ci sono proprio i miei compagni di quell’epoca.
Ricordo che il mio vicino di stanza, che disponeva addirittura di un impianto stereo e di tanti dischi, amava ascoltare musica classica tutte le sere fino a tardi.
Ma quelle splendide melodie, mentre studiavo, le percepivo come rumore e così battevo due colpi sul muro di confine. Lui, con garbo, abbassava il volume.
Con il passare dei giorni però quei brani di Mozart, Beethoven e Chopin cominciarono a piacermi sempre di più.
Mi fece così conoscere sinfonie e concerti bellissimi e da quel momento, quando lui sentiva il battito dei miei pugni sul muro, sapeva che doveva alzare il volume.
In collegio c’era anche era un grande esperto di fotografia e tanti altri amici che non dimenticherò mai.
Grazie alla vicinanza del Galliari al parco del Valentino mi iscrissi ad una società sportiva di canottaggio –l’Armida- e partecipai a gare impegnative sul Po su una jole da mare a 4 posti. Un’esperienza bellissima. La preparazione atletica prevedeva, ogni anno, una corsa in collina con la partecipazione di tutti gli atleti delle diverse società di canottaggio.
Il tracciato della corsa, che si svolgeva la prima domenica di maggio, prevedeva la partenza dalla Piazza Gran Madre e l’arrivo al colle della Maddalena. Una salita di 8 km. durissima. Ti veniva assegnata una medaglia soltanto se riuscivi a raggiungere il traguardo!
Ancora per la felice ubicazione del Galliari ho potuto fare la comparsa al teatro lirico. Anche questa esperienza bellissima. La stagione lirica in quegli anni, anziché al teatro Regio, si svolgeva al teatro Nuovo in attesa del completamento dei lavori di ricostruzione del Regio.
Ho potuto così conoscere l’affascinante mondo della musica lirica, ascoltare ed apprezzare tante opere ed osservare da vicino la tensione che vivevano gli artisti prima di entrare in scena.
Queste “distrazioni” comunque non influirono minimamente sui risultati dei miei studi. Continuavo regolarmente a frequentare le lezioni, a sostenere gli esami e, soprattutto, a raggiungere i requisiti richiesti per la conferma, ogni anno, del mio posto in Collegio.
Dopo due anni di Galliari l’edificio venne chiuso per gli interventi di ristrutturazione e mi venne assegnata una camera nella sede di via Principe Amedeo (attuale sezione Po).
Grazie alla mia “anzianità ” di ospite del Collegio mi venne addirittura assegnata una stanza “con bagno”!
Era bellissima!
Ci sono rimasto fino alla data della mia laurea: 25 luglio 1974.
Quel giorno ricevetti commosso, per la prima volta, la visita di mia madre e dei miei cari che parteciparono all’evento.
Uno dei ricordi più belli che mi è rimasto di quel periodo è stata l’amicizia con il Direttore Irzio Montermini. Persona splendida, di grandi qualità , grande esperto di film, di musica e di tanto altro.
Realizzò, a beneficio degli ospiti del Collegio, la straordinaria idea di organizzare una gita a Londra!
Ricordo tutto di quei giorni. Viaggio in aereo e sistemazione in hotel di gran lusso! Un’esperienza unica.
Ho potuto ammirare il British Museum, Hyde Park, l’Osservatorio di Greenwich, il cambio della guardia al palazzo Reale e tanto altro (vedi immagini n. 12-25-26 e 27).
Il tutto, pensate un po’, dietro il contributo di ogni partecipante di appena £. 20.000 !!!!!
E’ stato un regalo bellissimo!
Durante la gita a Londra il Direttore Irzio aveva anche girato delle riprese video ma, ahimè, il tempo ha cancellato le incisioni!
Un dispiacere immenso!
Potrei continuare ancora per molto perché i miei ricordi nel Collegio sono tantissimi, tutti splendidi!
Quegli anni resteranno per sempre tra i ricordi piĂą belli della mia vita.
Sono ritornato nella sede di Via Principe Amedeo poco tempo fa e, grazie all’accoglienza della Dott.ssa Elena Torretta, ho potuto ammirare i miglioramenti che sono stati realizzati in tutti questi anni, la ristrutturazione delle sedi e le iniziative per l’accoglienza degli allievi.
Tutti indirizzati verso il nobile fine del “diritto allo studio” come desiderato dal fondatore del Collegio.
Grazie Prof. Renato Einaudi!
Grazie, grazie, grazie!
E complimenti all’attuale Dirigenza.
Domenico Danese
Bologna, aprile 2020